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La dipendenza affettiva: come riconoscerla

Nel corso degli ultimi anni i media hanno dato sempre maggior risalto al tema della dipendenza affettiva. Tuttavia, riuscire a definire esaurientemente questo concetto non è affatto cosa semplice. Essa tende infatti a presentarsi in diverse forme e ognuno, in qualche modo, è in qualche misura dipendente dagli altri: tutti noi abbiamo bisogno, in specifici momenti, di ammirazione, empatia, da parte degli altri, per mantenere le nostre relazioni.

Riprendendo le parole dello psicoterapeuta romano Massimo Borgioni, possiamo definire la dipendenza affettiva come “una distorsione relazionale che implica un’alterazione della rappresentazione di sé e dell’altro e un disequilibrio della risposta affettiva nell’area dell’intimità. Essa riguarda il rapporto fra due (o più) figure adulte, oppure soggetti vincolati da legami parentali”.

La dipendenza affettiva è una condizione relazionale negativa in cui uno (o entrambi) i partner mettono in atto comportamenti passivi stereotipati volti a mantenere le relazioni e mettendo in secondo piano i propri bisogni. La rigidità relazionale è uno degli aspetti cruciali per poter definire questo tema: il dipendente affettivo non riesce ad abbandonare l’illusione idealizzata dell’altro e vive nella costante angoscia che qualcosa possa cambiare, perdendo così l’oggetto del proprio amore.

Tra le caratteristiche della persona con dipendenza affettiva troviamo:

  • La difficoltà ad identificare i propri bisogni e la tendenza a subordinarli ai bisogni dell’altro: una dose spropositata di energia viene spesa per amare l’altro, non ritagliandosi spazi personali. Il dipendente affettivo vive unicamente per l’altro.
  • Un atteggiamento negativo verso se stessi: queste persone soffrono di un profondo senso di inadeguatezza e sono convinte che solo essendo diligenti e sacrificandosi possano essere amate.
  • La paura di cambiare: queste persone sono estremamente rigide e temono l’imprevedibilità data dall’incerto. Non a caso, molto spesso, i dipendenti affettivi soffrono di disturbi d’ansia.
  • La paura costante di essere abbandonato e di non essere in grado di vivere senza una relazione affettiva.

Riuscire a comprendere quali sono le cause che portano a sviluppare una dipendenza affettiva non è compito semplice, alla base di ciò sembrerebbe essere cruciale il ruolo della famiglia di origine: i bambini che vedono trascurati i propri bisogni di amore e di affetto da parte dei genitori hanno una probabilità significativamente maggiore di sviluppare tale dipendenza, rispetto ai bambini che hanno avuto famiglie accoglienti e responsive. Inibendo i propri sentimenti, il bambino tende ad adeguare le proprie perezioni con quanto dettato dalle figure di riferimento: questo può portare ad una perdita di fiducia in se stessi, portando in età adulta all’incapicità di scindere fra i propri e gli altrui bisogni.

La dipendenza affettiva sembra di quasi esclusiva pertinenza del genere femminile (circa 80%) sebbene il numero di uomini che ricorrono alle cure di un terapeuta sono in netto aumento.

Affinché si possa uscire dal vortice della dipendenza affettiva, il primo passo è prenderne consapevolezza contattando uno psicoterapeuta esperto a cui esplicitare le proprie problematiche ed insieme condivider un percorso terapeutico volto a  il proprio benessere come priorità su tutto il resto.

Studio Psi.Co.

 

Letture consigliate:

  • Borgioni M. (2015). Dipendenza e controdipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all’indifferenza vuota. Casa Editrice: Alpes.
  • Norwood R. (1985). Donne che amano troppo. Edizioni Feltrinelli.