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Demenza di Alzheimer: che cos’è e come facciamo a riconoscerla

La demenza di Alzheimer (AD) è la più comune forma di demenza. Si stima che ad oggi in Italia ne soffrano più di 600.000 persone, dato destinato a raddoppiare nei prossimi anni.

La demenza di Alzheimer si manifesta in ogni persona in modo diverso e ciò rende arduo prevedere la sintomatologia e la successione dei disturbi. L’esordio è generalmente lento e progressivo al punto tale che inizialmente i sintomi possono non essere considerati come tali dal malato e dai famigliari e di conseguenza vengono sottovalutati o collegati a defaillance tipiche dell’età che avanza. Nella AD si verifica un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del sistema nervoso centrale, provocando placche senili e grovigli neurofibrillari. Nella prima fase della malattia la persona può presentare sintomi simili a quelli della depressione ed è quindi necessaria una diagnosi differenziale  per appurare la natura reale del disturbo.

 

Quali sono i sintomi della demenza di Alzheimer?

Nella demenza di Alzheimer convivono tre tipologie di sintomi principali: cognitivi, psicologici/comportamentali e funzionali.

  • I sintomi cognitivi sono i primi a manifestarsi e riguardano alterazioni funzionali del sistema cognitivo. Tra questi rientrano i disturbi di memoria, di attenzione, di linguaggio, di movimento e delle funzioni esecutive.
  • I sintomi comportamentali e psicologici si manifestano con deliri, allucinazioni, dispercezioni, ansia, depressione, agitazione, reazione catastrofiche, disinibizione, disturbi del sonno e dell’alimentazione.
  • I sintomi funzionali riguardano il grado di autosufficienza del paziente. Nel AD si assiste ad una progressiva perdita di autonomia fino ad arrivare alla completa dipendenza anche nelle attività di base, come lavarsi o vestirsi.

 

Come faccio ad accorgermi se ho la demenza di Alzheimer?

Non è facile capire se è in atto un processo dementigeno, ma ci soni alcuni segnali a cui dobbiamo prestare attenzione. Tra questi troviamo:

  • memoria: dimenticare informazioni apprese di recente, dimenticare date o eventi importanti, chiedere le stesse informazioni più volte;
  • confusione: perdere il senso delle date, delle stagioni e del passare del tempo, avere difficoltà a capire qualcosa se non avviene immediatamente;
  • linguaggio: fermarsi nel mezzo di un discorso e non avere idea di come continuare, ripetere le stesse cose, difficoltà a trovare la parola giusta, chiamare le cose con il nome sbagliato;
  • capacità di giudizio: difficoltà nel gestire il denaro, prestare meno attenzione alla cura della propria persona,
  • ritiro: iniziare a rinunciare a hobby, attività sociali, progetti di lavoro o attività sportive,
  • cambio di personalità e umore: diventare sospettosi, confusi, spaventati, ansiosi, depressi di fronte a situazioni che normalmente non provocherebbero queste reazioni.

Ad oggi non esiste cura che possa restituire al malato di Alzheimer l’integrità delle funzioni mentali. Sono tuttavia disponibili, una serie di interventi volti a rallentare o stabilizzare la progressione della malattia e a conservare il più possibile l’autotomia del soggetto. Questi interventi di stimolazione cognitiva consistono in sedute individuali o di gruppo, volte a potenziare le abilità residue del soggetto ed a acquistare strategie di compenso per le abilità deficitate.

 

Articolo a cura della Dott.ssa Valentina Marchi