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Perchè non portiamo a termine ciò che iniziamo?

E’ da poco iniziato febbraio e a distanza di poco più di un mese dall’inizio del nuovo anno che fine hanno fatto i buoni propositi che ci eravamo dati? Mettersi a dieta, iniziare ad andare in palestra o smettere di fumare, sono solo alcuni esempi di buone iniziative che ognuno di noi si è probabilmente dato a fine anno, ma quanti di noi in realtà sono riusciti a portarle avanti?  Perché, ad ogni inizio anno, ritorna l’abitudine di fissare obiettivi positivi? E quali sono i fattori che ci impediscono o aiutano ad ottenere risultati positivi ?

Innanzitutto bisogna ricordare che ogni fine porta con sé un cambiamento: abbiamo parlato di fine anno, ma ciò avviene anche ogni fine giornata, ogni fine settimana, oppure ogni volta che accadono eventi specifici nella propria quotidianità (ad es. la perdita del lavoro). Ogni “fine” porta con sé un fattore importante: aiuta a riflettere su noi stessi e a metterci in discussione, portandoci a fare un di bilancio personale e degli aspetti che vorremmo migliorare. Ecco che allora, puntualmente, ogni fine settimana può arrivare il pensiero “da lunedì mi metto a dieta”, oppure ogni sera a letto possiamo fermarci a pensare “domani metterò a posto il garage”. Cose che puntualmente, però, non vengono messe in atto.

Lasciare compiti in sospeso può succedere a causa di motivazioni deboli oppure in conflitto fra loro.  Se prendiamo il caso di andare in palestra, ad esempio, la motivazione immediata dell’avere un corpo tonico si scontra con quella meno immediata del fare fatica sollevando pesi o correndo su un tapis roulant. Ecco che allora si pagano abbonamenti annuali in palestra, che dopo i primi allenamenti rimangono inusati.

Va tenuto in considerazione anche il fatto che spesso si rimanda il reale inizio dell’attività progettata a causa della fatica che intravediamo nell’attuare un cambiamento. Iniziare un nuova attività porta inevitabilmente ad un cambiamento, quindi una rottura dalle routine classiche che sono confortanti perché ci danno la possibilità di “muoverci” in ambiti conosciuti e prevedibili.

Alcune volte può capitare di darsi un numero esagerato di imposizioni, mettendo in atto quello che gli psicologi definiscono la “fusione pensiero-azione” secondo la quale pensare una cosa equivarrebbe a farla. Ecco che ci riempiamo la casa di libri che non leggeremo mai o compriamo attrezzi che non utilizzeremo: il fatto di averli lì e poterli guardare da già l’impressione di avere fatto qualcosa. Ma sappiamo bene che non è così.

Altre volte, il problema principale risiede nell’organizzazione: siamo abituati a volere tutto e subito, quindi cerchiamo risultati immediati a fronte di breve sforzi. Spesso è proprio il fattore tempo che ci si impone il più grande nemico: un traguardo troppo complesso da realizzare in un tempo troppo limitato (ad es. perdere molti kg in pochi giorni). Il fatto di darsi obiettivi irrealistici, porta inevitabilmente a forti dosi di sconforto che facilitano l’abbandono del perseguimento del proposito stesso. Darsi obiettivi realistici e godere dei propri successi è il primo passo per raggiungere un risultato positivo!

Un fattore importantissimo per riuscire a conseguire obiettivi di cambiamento è quello di  muoversi a piccoli passi. E’ necessario rompere gradualmente le vecchie abitudini e gratificarsi per il raggiungimento dei traguardi intermedi. Infine, un ulteriore aiuto è quello di condividere il compito, impegnandosi insieme ad un altra persona: prendere un impegno, per esempio con un’amica o con un familiare, può aiutare a tener fede al proposito, in quanto rinunciare diventa più difficile.

 

Studio Psi.Co.